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Cervello maschile e intelligenza

Dai principali quotidiani italiani a diffusione nazionale:

Le donne più intelligenti degli uomini?
L' autostima fa la differenza

Noi ragazze in verità l' abbiamo sempre saputo di essere una spanna avanti al genere maschile. Come diceva Charlotte Whitton negli anni '50: "Una donna deve fare ogni cosa due volte meglio di un uomo per essere giudicata brava la metà. Per fortuna non è difficile!". Ora però è la scienza a darcene atto. Per la prima volta da un secolo a questa parte il Quoziente d' intelligenza delle donne ha superato quello degli uomini. A rivelarlo è stato il neozelandese James Flynn, il padre della teoria che il QI aumenta di anno in anno in tutto il mondo. In parole povere oggi noi abbiamo circa 30 punti di intelligenza in più dei nostri antenati un secolo fa.

"Negli ultimi cento anni – ha detto alla stampa – i test hanno dimostrato un incremento del quoziente intellettivo in entrambi i sessi ma le donne hanno progredito più rapidamente perché in passato erano svantaggiate. È una conseguenza della modernità. La complessità del mondo porta i nostri cervelli ad adattarsi crescendo".

Flynn, che pubblicherà i risultati in un libro, non è ancora sicuro dei motivi del sorpasso. Una possibilità è che il multitasking, cioè l' abilità a fare più cose contemporaneamente in cui le donne eccellono giocoforza divise come sono tra famiglia e lavoro, abbia stimolato il genere femminile a diventare più acuto. L' altra possibilità è che le donne abbiano un potenziale più alto dell' altro sesso e che oggi abbiano acquisito la necessaria fiducia in se stesse per dimostrarlo. "L' effetto pieno della modernità sul genere femminile sta emergendo solo ora" dice Flynn.

Prendiamone atto: il soffitto di cristallo è ormai pieno di crepe. Le donne avanzano in tutti settori, compresi quelli scientifici. In America nei college femminili ti insegnano a non pensare mai che una domanda sia stupida o un obiettivo sia irraggiungibile. Perché il successo, dicono, parte dall' autostima. E quella che dobbiamo incrementare, non l' intelligenza.

Ricci Sargentini, Monica
LA VENTISETTESIMA ORA
(18 luglio 2012) - Corriere della Sera 

PSICOLOGIA  
Il multitasking delle donne
"Più intelligenti dell' uomo"

Studio sul quoziente intellettivo: la tendenza è forte nei Paesi occidentali, dove la parità dei sessi è raggiunta o quasi.
Il segreto nella vita "stressante": giostrare tra casa e lavoro ha fatto crescere l' ingegno.

LONDRA - Le donne sono più intelligenti degli uomini. Forse lo sono sempre state, da Adamo ed Eva in poi, ma in passato non riuscivano ad esprimere in pieno tutto il loro potenziale. Oppure lo sono diventate in era più recente, grazie allo stress di dover combinare famiglia e lavoro, casa e carriera, insomma allo sforzo di dover fare più cose contemporaneamente. Come che sia, per la prima volta le femmine ottengono mediamente risultati migliori dei maschi nei test sul quoziente d' intelligenza.

Non era mai successo. Non succede in ogni Paese, ma la tendenza è chiara ed evidente: "L 'effetto della vita moderna sul cervello delle donne sta appena cominciando ad emergere", afferma James Flynn, lo psicologo considerato la maggiore autorità mondiale in materia, ora in procinto di pubblicare un nuovo libro in cui analizza il "sorpasso" femminile in questo campo.

La storia dei test sul quoziente d' intelligenza (QI) è controversa. È sempre stato oggetto di dibattito se ottenere un alto punteggio sia un metodo accurato per misurare l' intelligenza assoluta. Spesso i risultati dei test sul QI sono stati usati impropriamente per sostenere la superiorità di una razza su un' altra, o di un sesso (quello maschile) sull'altro. E tuttavia i test vengono abitualmente utilizzati come sistema di analisi in ambito accademico, lavorativo, sociologico.

Una cosa è certa: negli ultimi decenni, i punteggi medi hanno continuato progressivamente a salire, sia per gli uomini che per le donne. Proprio una scoperta del professor Flynn, negli anni '80, ha stabilito che, perlomeno nei Paesi occidentali, i risultati dei test crescono mediamente di tre punti ogni decennio, per cui un europeo odierno dovrebbe ottenere un punteggio di trenta punti più alto dei suoi nonni o bisnonni. "È una conseguenza della modernità", dice Flynn al Sunday Times, "la complessità del mondo moderno ha spinto i nostri cervelli ad adattarsi e ha fatto crescere il nostro QI".

Ma la modernità, aggiunge lo studioso, sembra avere agito da stimolo più sulle donne che sugli uomini. I dati da lui raccolti indicano infatti che il QI femminile è cresciuto ancora di più di quello maschile. Il risultato è che in certe nazioni, come l' Australia, maschi e femmine ottengono ora in media un punteggio identico. In altri Paesi, come la Nuova Zelanda, l' Estonia e l' Argentina, dove il professor Flynn ha iniziato le sue ricerche, le donne hanno adesso superato gli uomini. Un evento significativo, poiché è la prima volta che accade su larga scala.

Due le teorie per spiegare il fenomeno. Una è che le donne d' oggi, costrette a una vita multitasking in cui devono giostrare allo stesso tempo famiglia e lavoro, abbiano sviluppato una maggiore intelligenza. L' altra è che abbiano sempre avuto potenzialmente un' intelligenza superiore agli uomini, ma solo adesso possano esprimerla, perché più libere di avere un ruolo autonomo. "Le donne sono state per secoli il sesso svantaggiato, represso", commenta Flynn. "Ora che sono diventate indipendenti si vede meglio quanto valgono". 

Emma Gordon, una studentessa laureatasi alla Bristol University con il massimo dei voti, concorda: "Oggi è diventato socialmente accettabile che una donna sia più intelligente di un uomo e i dati scientifici lo dimostrano". Helena Jamieson, uscita da Cambridge con un dottorato, crede che sia stato sempre così: "Sotto sotto noi donne abbiamo sempre saputo di essere più intelligenti degli uomini, ma in passato dovevamo attenerci allo stereotipo del "gentil sesso", perciò abbiamo lasciato credere che fossero più intelligenti loro". 

Franceschini, Enrico
SCIENZE
(16 luglio 2012) - la Repubblica 

LA RICERCA
Le donne sono più intelligenti
Ecco le prove degli scienziati

Dopo un secolo, lo storico sorpasso nei test del QI. Flynn: «Il cervello femminile si adatta meglio alle difficoltà della vita»

Capacità di lavorare in "multitasking", grande creatività, capacità di affrontare il dolore, riflessi più veloci e una predisposizione naturale a creare connessioni fra gli eventi. Più intelligenza, insomma. Ci sono voluti 100 anni, ma alla fine le donne hanno vinto: per la prima volta, infatti, il punteggio del loro quoziente intellettivo è risultato superiore a quello degli uomini. Il divario di cinque punti emerso dai primi test realizzati un secolo fa si è ridotto nel corso del tempo fino al sorpasso definitivo.

Secondo uno dei più grandi esperti di QI, James Flynn, che ha reso noti i risultati dello studio, è una «conseguenza della modernità». «La vita più complessa sfida il nostro cervello che si adatta e aumenta le nostre capacità -, ha rivelato al Sunday Times -. E quello delle donne è cresciuto più in fretta». Una possibile spiegazione? «Stressate da famiglia e carriera, hanno sviluppato la capacità di pensare e fare più cose contemporaneamente».

Nessuna differenza genetica, quindi, all’ origine del "gap" rilevato un secolo fa. «In passato le donne erano più svantaggiate», ha sottolineato lo psicologo neozelandese, e restavano quindi "indietro" rispetto allo sviluppo cognitivo, consentito invece agli uomini, spesso confinate a ruoli secondari e meno gratificanti.

Non solo, gli studi di Flynn hanno anche confermato i risultati di un' altra ricerca, realizzata già una decina di anni fa da un gruppo di ricercatori inglesi: a parità di abilità intellettuali, nonostante il cervello maschile abbia dimensioni più grandi, le donne hanno una più alta percentuale di materia grigia. Che si traduce in una composizione più efficiente e maggiore inclinazione a individuare un problema e risolverlo.

Flynn pubblicherà quanto scoperto in un nuovo libro, ma al Sunday Times ha precisato di aver bisogno ancora di ulteriori dati per poter spiegare appieno l' esito dello studio. Di sicuro, per ora, c’ è che il mondo femminile non ha più intenzione di stare a guardare: è già al lavoro per fare ancora meglio.

COSTUME
(15 luglio 2012) - La Stampa  

Perchè lei è più intelligente
Gli studi più recenti confermano questa tesi: il cervello si differenzia a seconda del sesso. Quello femminile, per particolarità morfologiche e di funzionamento, ha una marcia aggiuntiva. Che permette di superare i rigidi schemi della logica, tipici della mente maschile. I motivi per cui la donna ragiona diversamente dall' uomo.

Il cervello ha un sesso? Le ultime ricerche confermerebbero di sì. Studi delle Scuole universitarie di Psichiatria di Roma, Napoli, Genova e L' Aquila dimostrano che quello femminile si differenzia da quello maschile per aspetti morfologici e funzionali, che si traducono in maggiori capacità di integrazione del pensiero, di valutazione per raggiungere obiettivi, d' intuizione. Uomini e donne sani, uniformi per lavoro, età, cultura, sono stati studiati per anni e il loro cervello scandagliato con la risonanza magnetica e con la tomografia a emissione di positroni. Servizio di Arianna Gasparini.

Grazie a sofisticati mezzi diagnostici, spiega Paolo Pancheri, ordinario di Psichiatria all' Università La Sapienza di Roma, "si è scoperto che nel cervello femminile il corpo calloso, una struttura composta da fibre che permettono all' emisfero di destra di comunicare con quello di sinistra, è più spesso di quello maschile. Ciò significa che le due metà del cervello nella donna comunicano tra loro più facilmente. Nell' emisfero di sinistra (quello che "comanda", rispetto all' emisfero destro che esegue) avvengono ragionamenti di tipo sequenziale (tipici maschili), logico. L' emisfero destro, invece, permette di effettuare anche i ragionamenti di tipo parallelo, di portare avanti più operazioni mentali contemporaneamente. La maggiore comunicazione tra i due consente ai ragionamenti paralleli di raggiungere l' emisfero sinistro e di influenzare le decisioni al di là della logica". "L' intuito - continua Pancheri - altro non è che il risultato di un ragionamento parallelo che una parte del cervello ha continuato a portare avanti al di fuori della coscienza e che è andato a influenzare una logica sequenziale rigida, fornendo una soluzione diversa al problema in esame. Le donne sono più intuitive dell' uomo grazie alle maggiori connessioni tra i due emisferi". Corriere salute.

Oltre al corpo calloso le ricerche hanno evidenziato che esiste un' altra area del cervello nella donna che appare più voluminosa e attiva rispetto all' uomo. "Si tratta di una zona dei lobi frontali, ossia la corteccia frontale dorsolaterale, che sovrintende ai processi di memoria a breve termine, alla programmazione e valutazione delle procedure e delle decisioni per raggiungere uno scopo - spiega il professor Pancheri -. Questa zona nella donna ha uno spessore maggiore ed è collegata con le cosiddette aree "limbiche", quelle cioè che sono sede dell' emotività e che sempre, nella donna, a parità di stimoli, si attivano più intensamente". Il processo decisionale delle donne, quindi, è influenzato emotivamente in misura maggiore rispetto a quello degli uomini. "Quando si devono prendere delle decisioni importanti - spiega Pancheri - si possono seguire ragionamenti basati sulla logica, che fanno scegliere tra le varie opzioni possibili quelle che presentano maggiori probabilità di successo, oppure possono essere introdotti fattori di correzione di tipo emozionale, che possono fare scegliere soluzioni apparentemente meno vantaggiose. Questo fattore emotivo può rivelarsi una carta vincente perchè può portare a fare scelte che altri non farebbero mai. Un uomo che fa ragionamenti sequenziali, di stretta valutazione dei rischi, può rifiutare un' opzione solo perchè la logica probabilistica sconsiglia di sceglierla e, così facendo, può perdere un' opportunità di successo". "Una donna, invece, può percepire una serie di variabili, non quantificabili esattamente, sulla base di un feeling emozionale e prendere decisioni che si rivelano poi vincenti e corrette" aggiunge l' esperto. "Una donna con un equilibrio emozionale normale, sia per le influenze del ragionamento parallelo, sia per quelle emotive, può sicuramente prendere decisioni importanti con più probabilità di successo di un uomo. Ma se per ragioni patologiche o meno, l' emotività è eccessiva, può costituire un rischio". "Di fronte a situazioni complesse è avvantaggiata la donna, perchè il cervello femminile anche se possiede gli schemi sequenziali di ragionamento è meno "rigido" e quindi è portato ad analizzare uno spettro più ampio di variabili. La messa in atto di schemi standard, collaudati, ripetitivi, probabilmente è più rapida negli uomini. Il cervello maschile, se deve prendere una decisione, tende a escludere eventuali variabili, a negarle, ed è quindi avvantaggiato in situazioni semplici, schematiche" conclude Pancheri. Corriere salute.

La PET (tomografia a emissione di positroni) ha evidenziato che, a parità di stimoli, gli emisferi della donna sono più irrorati di quelli di un uomo. "Il cervello femminile - aggiunge Pancheri - è più raffinato, più sofisticato di quello maschile, più completo. In sintesi, è come una una macchina altamente sofisticata, quello dell' uomo è più paragonabile a un trattore: entrambi servono, ma i meccanismi e le funzioni sono notevolmente diversi". Secondo studi pubblicati sul Journal of neuroscience il cervello femminile ha anche una quantità maggiore di materia grigia rispetto a quello maschile che invece contiene più sostanza bianca. "Questo - dice Alberto Oliverio, direttore del' Istituto di psicobiologia del Cnr - dipende dal fatto che nel cervello femminile le cellule sono "impacchettate" in uno spazio minore. Il numero totale delle cellule è lo stesso ma nel cervello maschile, che pesa in media il 10 - 15 % in più, sono piu' "diluite" nello spazio. Il maggior peso del cervello maschile, che rispecchia anche statura e massa, è dovuto a un maggior materiale di sostegno delle cellule nervose. Queste differenze cellulari non sono correlate all' intelligenza". Corriere salute.

Atteggiamenti opposti anche nell' amore. Un partner ben scelto. Sono le signore a fare una selezione oculata.

Le diverse intelligenze, maschile e femminile, hanno influenza anche sui programmi riproduttivi dei due sessi: dai meccanismi di scelta del partner al desiderio di miglioramento e conservazione della specie, fino al diverso legame con i figli. "La donna - spiega Pancheri - dispone di un patrimonio genetico contenuto nelle uova e limitato numericamente; l' uomo invece ne ha in abbondanza e può anche permettersi di sprecarlo. Ne consegue che una donna, anche se non ha intenzione di avere un figlio, nella scelta di un partner seguirà un albero decisionale che la porterà ad escludere o scegliere un uomo in base a processi inconsci, condizionati da milioni di anni di evoluzione, mirati ad assicurare che ogni suo uovo sia fecondato da uno spermatozoo "Doc" che assicuri al figlio il miglior patrimonio genetico possibile. Non si pensi però che la donna sia calcolatrice, perchè tutti questi comportamenti sono basati su automatismi inconsci, legati alla protezione della prole, al miglioramento della specie e vengono messi in atto anche nella scelta di un partner occasionale, per una sola notte."  

Attrazione "L' uomo - aggiunge Pancheri - ha a disposizione un patrimonio riproduttivo più ricco, che può "sprecare" senza problemi. La sua scelta della partner è più semplice; le ragioni per cui sceglie una donna piuttosto che un' altra sono basate quasi esclusivamente sui caratteri sessuali secondari, esteriori. Questa è l' attrazione per l' uomo. Dopo di che, prima o poi trova la donna giusta. La sua, però, non è una scelta oculata, precisa. Chi sceglie veramente è la donna". Le differenze dei programmi riproduttivi nel cervello maschile e femminile spiegano anche il legame biologico che si instaura tra madre e figlio. "Questo legame è condizionato biologicamente dalla liberazione nel cervello di una sostanza, l' ossitocina, che viene rilasciata durante il parto e l' allattamento, e che dà un imprinting al cervello che dura tutta la vita - spiega lo psichiatra -. Questa sostanza è alla base dei meccanismi di protezione dei figli e di conseguenza dei comportamenti aggressivi delle mamme per difenderli dalle minacce. Nell' uomo questo condizionamento non esiste e l' interesse per il figlio inizia sostanzialmente quando il bambino è in grado di interagire con lui". Corriere salute.

Quale stress. Per lavoro o per dolore. Ma cosa accade di fronte allo stress?

"Il cervello maschile - dice Alberto Oliverio - invecchia più velocemente perchè è più stressato. Sul piano fisico i maschi sono più esposti alle malattie, perchè avendo un solo cromosoma X, hanno minori meccanismi di protezione; sul piano mentale sono più soggetti allo stress derivante dal lavoro. Lo stress provoca la liberazione di un ormone che ordina alle ghiandole surrenali di secernere cortisolo e adrenalina. Il cortisolo agisce negativamente su un' area del cervello denominata ippocampo, che interviene nei processi di apprendimento, memoria e emozioni". Se l' uomo è più esposto a stress legati al lavoro, le donne sono più soggette a stress legati al dolore (per esempio, il dolore mestruale). "Gli estrogeni - dice Oliverio - aumentano la sensibilità agli stimoli dolorifici. Di fronte a stress dovuti a situazioni di pericolo, fisico e mentale, la risposta dei due sessi è diversa".

Gasparini, Arianna
CORRIERE SALUTE - Pagina 27-29
(21 maggio 2000) - Corriere della Sera

Uomo, fatti più in là il potere sarà donna

ROMA - Il terzo millennio si veste di rosa. Dominatrici nel lavoro, nel sesso e nella famiglia, le donne finiranno per relegare i maschi in una riserva piena di agi da cui potranno assistere ad una società gestita dal "gentil sesso". A rendere la donna dominante sull' uomo la struttura del suo cervello, come dimostrano quattro studi condotti presso le università di Roma, Napoli, L' Aquila e Genova. "La comunicazione tra l' emisfero destro e sinistro - ci informa Paolo Pancheri, psichiatra all' Università La Sapienza di Roma, nel corso del convegno "Cervello maschile e femminile" - è più rapida e completa nel sesso femminile". Questo consente una migliore integrazione tra pensiero ed emotività, sensibilizza e potenzia i processi di intuizione nella risoluzione dei problemi e stempera la rigidità sequenziale del pensiero maschile. Più attiva anche la parte del lobo frontale del cervello che soprintende al comportamento e alla valutazione critica. "Queste differenze - afferma Pancheri - suggeriscono una maggiore possibilità di adattamento e sopravvivenza della donna, anche in virtù del fatto che il cervello femminile ha programmi riproduttivi più complessi in grado di ottimizzare il prodotto del concepimento e migliorare la specie". In un mondo in cui non conta più la forza muscolare, la donna si prende la rivincita. Oltre a gestire la famiglia e i figli, lavora, è indipendente economicamente e decide con chi e quando avere un rapporto sessuale. "Il giorno in cui la donna gestirà in tutto e per tutto la sua maternità con la fecondazione artificiale - dice Pancheri - per l' uomo sarà la disfatta totale. Relegato a fare il facchino, il giardiniere, l' uomo delle pulizie o lo strumento sessuale, il povero maschio finirà per vivere in una riserva dorata". In ogni caso, sottolineano gli esperti, una società con le donne al potere consentirebbe un mondo senza guerre. Quale madre infatti manderebbe il proprio figlio al fronte? Già oggi, tra l' altro, secondo uno studio dell' Ocse, l' Organizzazione dei Paesi più industrializzati, carriera e famiglia non sono più incompatibili, ma "complementari" e ad un' alta percentuale di partecipazione femminile nel mondo del lavoro spesso corrisponde anche un più alto tasso di fertilità. Infatti, "le dimensioni delle famiglie si sono ridotte negli Stati dove la partecipazione delle donne al lavoro è più bassa". Dal 1964 ad oggi il rapporto fertilità e occupazione femminile ha completamente invertito la tendenza e in paesi come Islanda, Svezia, Norvegia e Canada, dove la partecipazione delle donne al lavoro supera il 70% della popolazione attiva, la media dei figli per nucleo familiare supera il 2% contro la media intorno all' 1,5% di paesi a basso livello di partecipazione femminile come Italia, Spagna e Belgio. Se le donne della fredda Islanda rappresentano l' 81,8% della popolazione attiva e, al termine della loro vita fertile, hanno di media 2,5 figli a testa, in Italia il modesto 44,2% delle donne che lavorano riescono ad avere solo 1,63 figli, il livello più basso tra i partner europei insieme alla Spagna (1,69) dove, con il 43,4% delle donne che lavorano, lo scenario è molto simile a quello dell' Italia. "Non si fanno figli se non si è sicuri di poterli mantenere, quindi si rinvia la decisione finché entrambi i partner hanno conquistato una posizione consolidata", spiega l' economista Mark Pearson. "Non è infatti la carriera ad impedire alla donne di avere figli bensì la difficoltà di inserirsi in modo stabile nel mercato del lavoro".

CRONACA - Pagina 33
(28 maggio 1999) - la Repubblica

I ricercatori: tutto merito del cervello, più elastico e superiore a quello dell'uomo
Addio maschio, il futuro sarà donna
Secondo un gruppo di scienziati italiani nel nuovo millennio la donna dominerà l'uomo.

Cari compagni di vita, rassegnatevi: la forza di un cervello non si misura a peso o a volume. E, a sentire gli esperti (tutti maschi), nel prossimo millennio se ne accorgerà il mondo intero. A dominare, in ogni campo, saranno le donne. Perchè? Il loro cervello è più adattabile, ha una struttura più elastica e un maggior equilibrio tra i due emisferi. A queste conclusioni è giunta una serie di studi, durati diversi anni, realizzati dalle cattedre di psichiatria di quattro università italiane: a Roma (La Sapienza), Napoli (Federico II), Genova e L' Aquila. Nel «pacchetto» anche una sensibile analisi di Romolo Rossi (Genova) sulla figura del transessuale, ovvero quando la natura sbaglia e in un corpo di un sesso si trova a vivere un'anima di quello opposto. In principio furono i muscoli, ricorda Paolo Pancheri (La Sapienza), e con la forza fisica si determinarono gli anni del predominio maschile. Poi, la rivoluzione tecnologica. Ai muscoli subentrarono le macchine. E fu l'inizio della fine. Le macchine non avevano più bisogno di muscoli e, soprattutto, potevano essere usate «anche» dalle donne. «Solo la prova che, con il declino dell'importanza del muscolo, il cervello maschile potesse avere una superiorità biologica su quello femminile - spiega Pancheri - poteva perpetuare il dominio del maschio. La ricerca di questa prova, quando già s'insinuava il panico, fu affidata alla Scienza». Errore madornale. La Scienza, infatti, ha sì dimostrato che i cervelli sono diversi, ma... con un margine di vantaggio che Pancheri definisce «sconcertante» a favore del cervello femminile. Qualche dato per il suo identikit: comunicazione più rapida e completa tra emisfero destro e sinistro con il risultato di produrre una migliore integrazione tra pensiero ed emotività, maggiore capacità di intuizione dei processi globali e dei problemi, minor rigidità. Altre caratteristiche fisiche permettono, inoltre, una migliore pianificazione del comportamento e una più completa valutazione critica delle procedure per raggiungere uno scopo. Non basta: migliori capacità di adattamento e di sopravvivenza. Ma le qualità del cervello femminile non finiscono qui. Vanno dalla scelta inconsapevole del partner migliore per il bene della specie, alla liberazione di particolari sostanze durante il parto e l'allattamento in grado di intessere un profondo legame biologico con il nuovo nato, a tutto vantaggio della sopravvivenza dell umanità. Cambiano anche i disturbi dell'umore, come spiega Giovanni Muscettola (Università Federico II di Napoli). «Nel tempo - osserva - è ipotizzabile un diverso ruolo della donna nella società e questo potrà contribuire a far ridurre le differenze tra i disturbi depressivi nei due sessi. Insomma, si arriverà a una reale parità nel numero di disturbi che, oggi, sono più frequenti nelle donne. La donna starà meglio». Femmine e maschi, un tempo imprigionati in ruoli rigidi, stanno forse, a poco a poco, confluendo le une negli altri, nell'emblematica figura dell'androgino? Gli esperti prevedono un uomo e una donna nuovi. «Ci sarà il superamento dei due stereotipi - dice Massimo Casacchia (Università de L'Aquila) - e cioè la nascita dell interezza». Il rischio: la donna, più intelligente, più sensibile, potrebbe far prevalere le sue caratteristiche e il maschio potrebbe arroccarsi sulla propria mascolinità. La soluzione? Lasciare spazio alla componente femminile nei maschi e a quella maschile nelle femmine, per non tornare a farsi la guerra. Magari a ruoli invertiti.

Daniele, Daniela
NUMERO 144 - Pagina 16
(28 maggio 1999) - La Stampa

Le donne sono più intelligenti nel 2000 il sorpasso sull' uomo

ROMA - Idee più lucide, riflessi più veloci, maggiore capacità di creare connessioni fra gli eventi. In sintesi, più intelligenza. Il cervello delle donne sta superando quello dell' uomo. E il terzo millennio sarà dominato da loro. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori italiani che per diversi anni hanno preso in esame dati biologici e sociali. Il risultato sarà presentato a fine mese a Roma dagli stessi studiosi. "Il sorpasso della donna sull' uomo - anticipano i ricercatori - è tanto imminente che si può ipotizzare un solo protagonista sul palcoscenico del prossimo millennio: la donna, con l' uomo in uno stato di sudditanza". Secondo un altro studio sul cervello, realizzato da ricercatori inglesi, le donne hanno una più alta percentuale di materia grigia degli uomini anche se il cervello maschile ha dimensioni più grandi: i due sessi sono comunque dotati di pari abilità intellettuali, nonostante le differenti "taglie" cerebrali. Il cervello maschile - sostengono Ruben e Raquel Gur sull' autorevole "Journal of Neuroscience" - presenta rispetto a quello femminile una più alta densità di materia bianca, composta dalle estensioni a forma di dito delle cellule cerebrali. Quello femminile, rispetto a quello maschile, ha invece più materia grigia: ovvero più parti centrali delle stesse cellule. "La materia grigia - spiegano i due studiosi - è più attiva di quella bianca: di conseguenza, il cervello femminile, anche se più piccolo di quello maschile, ha una composizione più efficiente".

CRONACA - Pagina 19
(20 maggio 1999) - la Repubblica

Intelligenti come la mamma

Figli intelligenti? Merito della mamma. Così almeno ci sarebbe da pensare se risultasse giusta la tesi di Gillian Turner, genetista di Newcastle, in Australia. Secondo un suo studio, pubblicato dalla rivista Lancet, i geni dell' intelligenza sarebbero prevalentemente situati sul cromosoma X, uno dei due cromosomi del sesso. Le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini ne hanno uno X (che proviene dalla madre), e uno Y (dal padre). Secondo Turner, nelle figlie femmine l' intelligenza deriverebbe dalla combinazione delle due X (una materna e una paterna), mentre nei figli maschi sarebbe la mamma a condizionare di più le facoltà intellettive. Già nel 1972 venne formulata una simile ipotesi e polemiche e dubbi non mancarono. Vedremo questa volta.

CORRIERE SALUTE - Pagina 2
(8 luglio 1996) - Corriere della Sera

Gran Bretagna, la BBC annuncia "l' irresistibile ascesa delle donne"
Le studentesse di oggi destinate a occupare i posti chiave nella società al posto dei maschi.

LONDRA - Cari uomini, preparatevi a cedere il passo alle donne. Non per cavalleria, ma perchè l' epoca della supremazia del maschio sta definitivamente per chiudersi: le studentesse di oggi sono destinate a occupare i posti chiave della società. Altro che sesso debole: le ragazze sono in media decisamente più intelligenti e studiose dei ragazzi. Questa volta "è provato", assicura la Bbc. E non sarà facile contestare i dati della televisione britannica, da sempre presa ad esempio per l' autorevolezza ed il valore scientifico delle sue trasmissioni culturali. Proprio in una di queste è stata prevista "l' irresistibile ascesa delle donne", sulla base dei risultati di complesse ricerche ed accurate statistiche. E già noto da tempo - e comunemente accettato - che lo sviluppo intellettuale delle femmine è più precoce. La frase "le bambine maturano più in fretta" è un luogo comune tra i più banali. Ma finora una società maschilista aveva permesso ai ragazzi di recuperare senza difficoltà il "ritardo" e raggiungere quasi sempre livelli superiori, in campo professionale e in termini di prestigio. Molti indizi rivelano che presto non sarà più così. Alcuni dati sono incontestabili. Quest' anno, ad esempio, le ragazze che hanno conseguito la maturità nei licei britannici sono state per la prima volta più numerose dei ragazzi. E presto sarà lo stesso anche nelle università, dove solo vent' anni fa c' era solo una donna ogni dieci laureati. Ma alcuni autorevoli studiosi invitati alla trasmissione della Bbc sono andati ben oltre i numeri delle statistiche. "Da un po' di tempo a questa parte - ha affermato il professor Richard Kimball, della London University - le femmine si dimostrano molto più dotate dei maschi. Tra i migliori studenti di ogni facoltà quasi due terzi oggi sono donne". E un esperimento condotto con speciali sensori avrebbe dimostrato che il cervello delle donne funziona meglio e più rapidamente di quello degli uomini.

CORRIERE CULTURA - Pagina 9
(26 ottobre 1994) - Corriere della Sera

L' altalena dei sessi

ROMA - "La svolta è epocale" ci segnala, senza lesinare l' enfasi, la Bbc. La Rai inglese, nota per il suo appeal serioso e "attendibile", spesso oggetto di ingrati paragoni con l' etere nostrano, stavolta si sbilancia. Scivola sul sentenzioso: "Caro maschio sei finito, è iniziata l' era della supremazia femminile". Sarebbe questo il risultato, "incontrovertibile", del monitoraggio di un bel po' di esperti a cura della tivù d' oltremanica. Le donne, apprendiamo dalla trasmissione, sono di gran lunga più intelligenti, studiose, geniali degli uomini, quindi destinate in breve tempo a occupare posti chiave. Altro che bambole e casalinghe, s' avanzano manager e scienziate tramortendo la concorrenza maschile già arrancante. In sintesi, ci informa il reportage, tra i migliori studenti di ogni facoltà universitaria quasi due terzi sono femmine. E secondo il professor Richard Kimball, della London University, "le donne sono più dotate anche nei settori tradizionalmente feudo dell' altro sesso". "Gli uomini sono precipitati nel baratro", conferma un altro "esperto". Vent' anni fa, su dieci laureati uno era donna. Adesso sono la metà, e per la prima volta quest' anno il numero delle studentesse universitarie inglesi supera quello dei colleghi uomini. Un test, inoltre, su un numero non precisato di campioni avrebbe dimostrato che il cervello di lei funziona meglio e più velocemente di quello di lui. "Che è successo ai ragazzi?", si interroga la Bbc. Risposta: "Eccoli là, tutti compiaciuti, immersi nel comodo cliché della virilità vinci-tutto, si sono lasciati andare per generazioni, perdendo terreno mentre le signorine hanno risalito la china e ora si trovano a essere tra i primi posti tra i manager delle grandi società". Sfottente, una laureata di Manchester: "I maschi sono sciocchini e ingenui: quando li sento parlare mi viene da ridere, anzi mi fanno pena". Perentorio un sondaggio fra le grandi banche della City, dove metà dei dirigenti sono ormai donne. L' entusiastico annuncio del primato rosa è uno di quegli "scoop" che solleticano una legittima aspirazione di rivincita, magari trascinata da noi dall' "effetto-Pivetti", primadonna del parlamento. Ma suggeriscono altri esperti, italiani stavolta, di andarci piano. "La società cambia, si gioca di più ad armi pari, ma la supremazia mi pare ancora più un desiderio che non una realtà", nota scettico Alberto Oliviero, psicobiologo. Il quale suggerisce prudenza di fronte agli azzardi e alle semplificazioni, che regalano sempre un titolo. La prova? Un altro "scoop" di neanche venti giorni fa, americano stavolta. Uguale per enfasi, opposto nel messaggio: i sondaggi, unanimi, davano lo stop alla scalata rosa. Il '94 veniva decretato anno del maschio dal New York Times, con quel che ne consegue: l' effetto-Hillary è stinto, il contrattacco maschile più forte si consuma proprio in politica, dalla Camera dei rappresentanti verranno spazzate via un bel po' di donne (elette anche in virtù del loro sesso?). "Mi lasciano sospettoso questi proclami così alterni - confessa Oliverio - comunque è un fatto che le donne studiano più di un tempo, ma è altrettanto vero che il loro dinamismo professionale resta ancora frenato dalle maternità. Le donne sono più intelligenti? Non ci sono dati scientifici che lo dimostrino". Come la vede il neurologo fiorentino Luigi Amaducci? "Lo svantaggio sociale ed economico si va colmando. L' educazione è appannaggio delle femmine come dei maschi. Una rivincita c' è, anche se non la vedrei con tanto ottimismo. Ci vuole tempo". E sull' intelligenza? Si può parlare davvero di primato feminile? Osserva Amaducci: "Ci sono studi che, basandosi sulla maggiore estensione nella donna del corpo calloso che unisce i due emisferi cerebrali, le attribuiscono una, come chiamarla, visione più globale della realtà. Cioé una maggior duttilità, la capacità di superare meglio lo stress, di mediare tra razionalità ed emozioni. Insomma, una chance in più di sopravvivenza. Tant' è che la donna vive in media 80 anni e il maschio 73. Sì - riflette Amaducci - di superiorità parlerei se così si intende un maggior controllo emotivo che aiuta nella competizione. E' una risorsa in più. Il maschio, spesso, o è estremamente razionale, freddo, calcolatore, oppure fa esplodere l' aggressività. Non ha vie di mezzo. La femmina è più equilibrata. Una carta vincente anche nella carriera".

CRONACA - Pagina 22
(26 ottobre 1994) - la Repubblica 
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L' intelligenza è donna merito di quell' "x"

SIDNEY - Le donne, secondo due ricercatori australiani, sono geneticamente più intelligenti degli uomini: o meglio, meno esposte dei maschi al rischio di presentare ritardi mentali. Lo sostengono i professori Gillian Turner, dell' ospedale pediatrico di Sidney, e Joun Mulley della clinica pediatrica di Adelaide. In uno studio finanziato dal consiglio nazionale australiano della ricerca medica, i due professori sostengono che, in base alle loro ricerche, l' intelligenza ha una sua base genetica sul cromosoma X, sul quale dei geni presiederebbero ad alcune delle funzioni più elevate dell' attività cerebrale. Turner e Mulloy affermano di avere individuato l' ubicazione di uno dei geni addetti a queste funzioni, appunto sul cromosoma X, e di avere da ciò ricavato la convinzione di avere scoperto perché i maschi soffrono più spesso delle femmine di ritardi mentali: le donne, infatti, dispongono di ben due cromosomi X, e se uno dei geni è difettoso, c' è sempre un gene di ricambio per sopperire alle loro eventuali deficienze. Al posto della doppia X che caratterizza il gentil sesso, i maschi invece dispongono di una XY, e quindi di un solo cromosoma X: con la conseguenza che se il gene intelligente è difettoso, il maschio non ha nulla con cui sostituirlo e dovrà rassegnarsi al cretinismo. I due medici affermano nella loro relazione di avere individuato l' ubicazione del gene esaminando i profili genetici di 180 persone, membri di quattordici famiglie nelle quali molti maschi soffrivano di gravi forme di ritardo mentale. Alcune delle donne di questi gruppi familiari avrebbero dimostrato di essere portatrici sane, disponendo nel loro patrimonio cromosomico di una X col gene difettoso, ma anche di un cromosoma sano: non soffrirebbero quindi di ritardi mentali, ma potrebbero trasmettere ai loro figli maschi il cromosoma contenente il gene difettoso, che in assenza di ricambi renderebbe manifesto il disturbo nel figlio. La scoperta dei due medici australiani è stata accolta con un certo scetticismo negli ambienti dei genetisti e in quelli dei neurobiologi. Per gli scienziati, infatti, è difficile ipotizzare un gene dell' intelligenza, essendo questa in gran parte prodotto di fattori ambientali, delle connessioni sinaptiche che si producono nel corso dello sviluppo, a loro volta innescate dai condizionamenti sociali e culturali. Diverso naturalmente il discorso sui ritardi mentali, che possono spesso avere origine genetica: è probabile, si dice, che i due ricercatori abbiano individuato un gene portatore di disturbi strutturali mentali allocato sul cromosoma X, che trasmesso alla prole maschile ha maggiori possibilità di rendersi manifesto. Forse non è vero che le donne siano geneticamente più intelligenti degli uomini, ma questi ultimi hanno più possibilità di divenire deficienti.

CRONACA - Pagina 25
(06 giugno 1991) - la Repubblica

Da altre fonti:

Il cervello delle donne
Scritto da Louann Brizendine M.D.

Descrizione del libro:
"Ogni cervello nasce come un cervello femminile. Diventa maschile solo 8 settimane dopo il concepimento, quando l' eccesso di testosterone riduce i centri di comunicazione e la corteccia, e raddoppia la parte del cervello dedicata al sesso." 

Louann Brizendine è neuropsichiatra all' Università della California. Ha dedicato 20 anni di studio alla psichiatria "al femminile", focalizzata sull' interazione tra salute mentale femminile e struttura e chimica cerebrale. Nel 1994 ha fondato la Women' s Mood and Hormone Clinic, che tuttora dirige. Il suo libro, Il cervello delle donne (Rizzoli 2007 ora in Bur), è stato un bestseller internazionale.

(07 agosto 2007) - Random House (in lingua inglese)

Cervello: donne più intelligenti di uomini se c' è poco tempo

ROMA - Filosofi e grandi pensatori della storia sono stati, quasi sempre, di sesso maschile. Probabilmente perchè avevano molto a disposizione per dedicarsi alla contemplazione. Se invece avessero dovuto avere a che fare con scadenze e tempi stretti, come quelli che sembrano caratterizzare da sempre la vita delle donne, probabilmente i risultati non sarebbero stati così brillanti. Secondo una ricerca della Vanderbilt university, pubblicata sulla rivista americana "Intelligence", le donne farebbero infatti mangiare la polvere ai loro colleghi uomini quando si tratta di svolgere compiti e test con scadenze e tempi stretti. Una differenza che risulta piuttosto significativa soprattutto tra i pre-adolescenti e gli adolescenti. ''Nel nostro studio, condotto tra il 1997 e il 2001 su circa ottomila uomini e donne, di età compresa tra i 2 e i 90 anni - spiegano i ricercatori Stephen Camarata e Richard Woodcock - abbiamo visto che in generale le differenze nell' intelligenza tra i due sessi sono minime. Tuttavia, se si guarda alla capacità di lavorare bene in situazioni dove si ha un tempo prestabilito, allora le femmine sono nettamente superiori. È molto importante dunque che gli insegnanti tengano presente questa differenza tra i due sessi, quando devono giudicare il loro lavoro e preparare i test. Per valutare veramente le capacità generali di una persona, è essenziale guardare anche le performance che si realizzano senza limiti di tempo e cronometri''. Bisogna considerare che molte delle attività svolte in classe, compresi i test, continuano i ricercatori, sono direttamente o indirettamente collegati all' elaborare i dati in tempi veloci. ''L'elaborazione della velocità non si riferisce ai tempi di reazione o all' abilità di giocare ai videogame - aggiunge Camarata - ma è la capacità di completare effettivamente, in modo efficiente ed accurato, un lavoro di media difficoltà. Sebbene maschi e femmine mostrino capacità simili di elaborazione all' asilo, le femmine diventano molto più efficienti dei maschi alle scuole elementari, medie e superiori''. Gli scienziati hanno visto che i punteggi degli uomini sono più bassi delle donne in tutti i gruppi d' età nei test che misurano l' elaborazione della velocità, con una differenza maggiore tra gli adolescenti. Comunque, lo studio ha anche mostrato che i maschi superano consistentemente le femmine in alcune abilità verbali, come l' identificazione degli oggetti, la conoscenza dei sinonimi e delle analogie verbali, smentendo l' idea comune che le ragazze sviluppino tutte le capacità comunicative prima dei ragazzi.

ANSA SALUTE
(26 aprile 2006) - ANSA
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Genetica: il gene dell' intelligenza sul cromosoma x

SIDNEY - Se un bambino è intelligente, il merito è del ''cervello'' della mamma (vedi anche Rassegna stampa estera di oggi). Lo sostiene uno studio di genetica condotto dalla ricercatrice australiana dott.a Gillian Turner - pubblicato sul ''Lancet'' - secondo cui l'intelligenza dei figli dipenderebbe esclusivamente da quella delle madri, essendo soltanto le donne - il gene dell'intelligenza è situato sul cromosoma X - in grado di trasmettere la ''dote dell'intelletto'' ai propri piccoli. Secondo la studiosa del centro ''Hunter genetics'' di Newcastle, nel New South Wales, il sogno di concepire un figlio che erediti la bellezza o l' intelligenza di uno dei genitori, potrebbe dunque essere in parte realizzato: basterebbe seguire un po' di criterio nella scelta della compagna. La dott.a Turner - rivisitando numerosi studi condotti sull'intelligenza ereditaria e sulle cause genetiche che possono provocare ritardi mentali - sostiene che uno sviluppo ridotto del Q.I. sia causato da mutazioni dei geni che codificano i vari aspetti dell' intelligenza. Geni che sono distribuiti lungo tutto il cromosoma X. Per questo - conclude la ricercatrice - i maschi corrono un rischio maggiore di soffrire uno sviluppo ridotto del Q.I. rispetto alle femmine, potendo contare soltanto su un cromosoma X. Le donne, infatti, essendo dotate di due cromosomi X, potrebbero ricorrere al secondo qualora l'altro fosse danneggiato.

ADN SALUTE
(28 giugno 1996) - Adnkronos

ATTENZIONE: la presente raccolta verrà periodicamente aggiornata con nuovi articoli.